MADRIGNANO: I MISTERI DEL CASTELLO

 ALLA SCOPERTA DELLA VAL DI VARA
MADRIGNANO: I MISTERI DEL CASTELLO
Seconda puntata

Fra il XV e il XVI secolo il castello conosce un periodo di grande splendore grazie alla saggia politica dei Malaspina dello Spino Secco di Mulazzo, legati al Regno di Spagna. Poi sul maniero calerà la maledizione, con misteri in buona parte da chiarire e un giovane fantasma che si aggira nelle stanze…
Con la morte del marchese Bonifacio nel 1555, che per praticità chiameremo Il Vecchio, inizia la decadenza dei Malaspina di Madrignano. A lui succede il figlio Stefano, conosciuto per la sua crudeltà ed efferatezza. Governerà purtroppo a lungo morendo a Genova nel 1592.
A Stefano segue il figlio Bonifacio, dal nome del nonno, ricordato ancora oggi dai Madrignanesi come soggetto malvagio e senza scrupoli. Sposato con una facoltosa nobildonna, Diana Da Passano, appartenente a una delle famiglie più influenti del Levante ligure, avrà da lei un figlio cui sarà posto il nome di Stefano ( tanto per non smentirsi… ). La loro unione sarà tempestosa al punto che la donna lascerà presto il castello portando con sé il piccolo. Bonifacio si era macchiato nel 1591 della uccisione del cugino Muzio Malaspina avvenuta alla Spezia. Destinato a scontare la pena in Corsica riuscì a ottenere il perdono dal padre dell’ucciso grazie alla mediazione di Torquato Malaspina di Suvero.
La fine di Bonifacio è avvolta nel mistero. Secondo la tradizione popolare il marchese fu soffocato nel sonno in una notte del 1596 da un gruppo di Madrignanesi penetrati nel castello grazie alla complicità della servitù. Il corpo del marchese, sepolto senza alcun conforto religioso, è ritrovato dissotterrato e risulta vano il tentativo, stando sempre alla credenza popolare, di seppellirlo dignitosamente, al punto di decidere di portarlo sulla vetta del vicino monte Falò lasciandolo cadere lungo la scarpata.
La Repubblica di Genova favorisce a questo punto il passaggio del feudo al piccolo Stefano, figlio di Bonifacio, rientrato al castello dopo l’omicidio con i familiari. Stefano diventa il nuovo signore sotto la tutela della madre Diana ma un’altra tragedia colpisce di lì a pochi anni il marchesato. Nel 1601 Stefano muore in circostanze misteriose, mai chiarite, cadendo da cavallo ma secondo il popolo di Madrignano ucciso per mano dello zio paterno Giulio Cesare Malaspina, chiamato il “Don Rodrigo della Lunigiana” per la sua brutalità, che si impossessa del feudo. Nascerà da quel momento la leggenda del “fantasmino” che abita ancora oggi nelle stanze del castello.
Bonifacio e Giulio Cesare avevano un terzo fratello, rimasto a lungo a Genova come monaco olivetano, di nome Annibale che dopo un tentativo di accordo per il possesso del feudo assale con armati il maniero. Sconfitto è rinchiuso a lungo in carcere a Parma.
Giulio Cesare governerà Madrignano per trent’anni macchiandosi secondo la tradizione popolare di un grave crimine perpetrato a Pontremoli dove uccide il governatore locale dopo essersi invaghito inutilmente della moglie di costui. Finito in carcere morirà nel 1631 senza lasciare eredi e per breve tempo Madrignano sarà occupata dal nipote Rinaldo Malaspina, signore di Suvero.
Colpo di scena finale. Annibale, dopo aver scontato trent’anni di carcere che lo hanno minato nella salute, rivale ancora una volta il castello, forte della decisione imperiale che glielo riconosce e alla quale i Malaspina di Mulazzo devono loro malgrado attenersi. L’idea di Annibale di cedere alla Repubblica di Genova Madrignano non potrà realizzarsi a motivo della morte sopravvenuta, a quanto pare, per cause naturali. Dopo di lui il feudo passa direttamente ai Malaspina dello Spino Secco fino al loro definitivo declino.
Molte cose rimangono da chiarire in questa intricata e misteriosa storia, dalle figure sinistre dei fratelli Bonifacio e Giulio Cesare tanto odiati dai Madrignanesi al “fantasmino” che si aggira, anche dopo i lavori di restauro, all’interno del castello nelle sembianze del giovane Stefano.
Curiosità di vicende lontane che appassionano ancora oggi e potranno stimolare, ne siamo certi, una visita al maniero appena sarà possibile.
Ringraziamo per la collaborazione il signor Stefano Franceschini, assessore alla Cultura del Comune di Calice al Cornoviglio. La donna in fotografia è Isabella Paita vd. Franceschini proprietaria per un certo periodo del castello dopo la vendita da parte degli eredi Malaspina.

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