GROPPO: MILLE ANNI DI STORIA, FRA TESTE APOTROPAICHE E SPAVENTAPASSERI

 GROPPO: MILLE ANNI DI STORIA, FRA TESTE APOTROPAICHE E SPAVENTAPASSERI

C’è un borgo in Alta Val di Vara, nel Comune di Sesta Godano, che merita di essere “raccontato” perché chi ha tempo e piacere di conoscere i piccoli tesori nascosti di questa terra lo può fare con assoluta calma, in modo slow .
A Groppo il tempo si è come fermato, scandito da mille anni di storia, fra la piazza della chiesa parrocchiale di S.Siro costruita nel XVIII secolo sul luogo dell’originario edificio del XIII secolo, dipendente dalla antica Pieve di Robiano appartenente alla Diocesi di Luni, e il dedalo di carruggi che si inerpicano fino alla sommità della collina.
La struttura del borgo fortificato è percepibile da subito guardando l’antica casa fortezza che ci accoglie alla sinistra della piazza. Appaiono ben visibili alcune teste apotropaiche che campeggiano sulla facciata dell’edificio, alcune delle quali guardando verso l’alto. E’ evidente la funzione scaramantica e protettiva delle figure, incastonate con cura fra i sassi, che avevano il compito di incutere timore ai viandanti. Il fenomeno di queste maschere presenti a Groppo ne richiama altre similari di borghi del Comune di Sesta Godano e più in generale dell’area montana della Lunigiana storica. Avevano per lo più la funzione di scacciare il malocchio ma anche i malintenzionati!
Prima di percorrere i carruggi consigliamo di visitare la chiesa di S.Siro cercando all’esterno, sulla parete dell’edificio che dà verso il paese, il disegno in arenaria di una margherita ligure a sei punte, caratteristica delle montagne alpine e dell’Appennino. E’ stata incastonata sulla facciata quasi certamente a seguito dei lavori di costruzione della nuova chiesa settecentesca.
Risaliamo il borgo con le tante cantine che animano durante il periodo estivo una bella manifestazione denominata “Gli Spaventapasseri”, rivisitazione moderna dell’utilizzo di pupazzi che un tempo comparivano nei campi coltivati per allontanare gli uccelli. In molti paesi del mondo è in uso costruire dei manichini che richiamano sembianze umane per salvare il raccolto dai volatili. Questa cultura popolare viene espressa attraverso vere e proprie manifestazioni anche in numerosi paesi europei, dalla Francia al Belgio, dalla Svizzera all’Italia. A Groppo l’idea è nata recentemente ed ha coinvolto non solo gli abitanti ma gli alunni delle scuole e altre comunità del comprensorio comunale.
Oggi a Groppo questi ingegnosi e curiosi pezzi di stoffa lavorata, realizzati da mano esperta con sensibilità e passione, rappresentano un vero e proprio patrimonio per la comunità che è alle prese con un problema non facilmente solvibile: trovare una casa dove poterli accogliere in modo permanente, per la curiosità di grandi e piccini.
Dicevamo che Groppo è un paese antico e non lo affermiamo per fare un complimento agli abitanti, sempre disponibili a scambiare due chiacchiere con i “foresti”, ma perché questa è la realtà, atti alla mano! Il borgo faceva parte di un sistema fortificato dei Malaspina che comprendeva anche Godano, Chiusola e Rio. Stando alla tradizione il castello di Groppo sarebbe stato distrutto nel 1174 per volontà dei Genovesi, da sempre nemici dei marchesi in terra ligure, a dimostrazione che una struttura fortificata esisteva da molto tempo prima. Ma come in tutte le storie degne di essere raccontate e piene di una qualche suggestione, le cose non andarono per la verità così. Diversamente da quanto avvenuto altrove l’ordine non fu eseguito e il castello rimase al suo posto: lo testimonia l’atto di fedeltà degli abitanti di Groppo alla Repubblica di Genova sottoscritto nel marzo del 1248, che oltre a parlare della titolarità della selva del monte Gottero da parte degli uomini del paese cita espressamente il castello da mettere a disposizione della Serenissima. Nel 1267 Groppo si lega definitivamente alla Repubblica di Genova che ne strappa il possesso alla potente famiglia dei Fieschi.
Arrivati sulla parte più alta del borgo dalla quale è possibile ammirare il monte Gottero, la cima più alta della provincia della Spezia, sarà vana la ricerca dell’antico maniero che possiamo per la verità ancora “leggere” fra le pieghe dei grandiosi muri esterni degli edifici che dominano la sommità del paese. Il castello è diventato nel tempo parte integrante dell’impianto urbanistico con buona pace dei Genovesi…
Dell’amore degli abitanti di Groppo per il proprio paese e per le sue tradizioni secolari, oltre alla simpatica idea dei moderni Spaventapasseri, vogliamo dar conto della presenza, come in tutta l’Alta Val di Vara, dei beni frazionali o usi civici che dir si voglia, oggi ancora presenti e funzionanti, retaggio di un antichissimo passato, in questo caso boschi di proprietà e uso da parte della comunità locale. Come raccontavamo in precedenza la gente di Groppo ha avuto da sempre a cuore la selva del monte Gottero sulla quale i Genovesi hanno accampato per secoli diritti che non avevano. L’istituto dell’uso civico, se ben applicato, può rappresentare una grande occasione di rilancio per i territori montani avendo chiaro il suo ruolo e la sua funzione. Diversamente continueremo ad assistere alla lenta e progressiva agonia di un territorio ricco di storia e umanità. Arrivederci a Groppo!

Si ringrazia il signor Giorgio Antognoli, presidente delle Pro Loco della provincia della Spezia, per gli utili e graditi suggerimenti.
Nella foto uno spaventapasseri di Groppo

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