CASSANA, ANTICO CROCEVIA DI MERCANTI E PELLEGRINI

 CASSANA, ANTICO CROCEVIA DI MERCANTI E PELLEGRINI

Risalendo la valle del torrente Cassana da Borghetto di Vara è inutile cercare una località che porti questo nome. Numerosi sono i borghi sparsi che la compongono e che corrispondono agli antichi vici : la Chiesa, la Via , il Prato, il Forte, il Groppo, le Poggiole, la Valle , Piazza e Foce, Corneto, i Piani, i Ponticelli e finalmente il Castello. Tutti insieme sono Cassana, il paese dell’orso speleo, delle fole e della spaventosa Maimona.
Qui la furia delle acque, durante l’alluvione del 25 ottobre 2011, non ha risparmiato nulla divorando ponti settecenteschi e antichi mulini: scomparso il grande ponte dell’Oro posto all’arrivo della mulattiera storica che scende da Bardellone e Levanto, distrutti i simboli di un lontano passato, a cui si è aggiunta la perdita purtroppo di vite umane.
Oggi le ferite inferte dall’alluvione sono state in buona parte rimarginate grazie al paziente lavoro compiuto in questi anni da parte di istituzioni e comunità locali. Per fortuna qualcosa lungo il torrente Cassana è rimasto al suo posto a testimoniare l’edificato rurale, vecchio di secoli, meritevole di essere recuperato e valorizzato.
I gruppi di case posti in alto sulla collina, scampati per fortuna alle frane, sono lì a rappresentare l’amore profondo della gente di questa valle per la propria terra: basta conoscere le persone e le loro tante storie per capire il legame intenso che le lega a questo pezzo di Val di Vara. Qui, sulla grande piazza dove arriva la sterrata che scende dal monte Bardellone, inizia il nostro racconto di una piccola comunità che grazie a tanti giovani è riuscita a mantenere saldo lo spirito e l’amore per le proprie tradizioni. E’ questo un atto di riconoscenza anzitutto verso i ragazzi del locale circolo ACLI diventati nel tempo adulti: il racconto è dedicato a loro per aver salvato la memoria popolare nella valle di Cassana attraverso le “Foe du Fuguà” che tradurremmo in italiano come “Favole del focolare”, il luogo deputato un tempo alla trasmissione della memoria orale della comunità. Il testo, pubblicato nell’estate del 2006, è un piccolo, grande atto d’amore verso la propria terra, frutto di un intenso lavoro di raccolta delle testimonianze iniziato nel 2003 contattando ad una ad una le famiglie di Cassana. A proposito del termine “foà” gli autori della pubblicazione puntualizzano giustamente che non si tratta per la verità solo di favole ma anche di bugia, frottola, invenzione, facezia, frivolezza. Fa piacere riportare integralmente le parole utilizzate per descrivere “u fuguà”, il focolare “… il vecchio cuore della casa e centro di un vero e proprio laboratorio nel quale si produceva e si perpetuava la tradizione, si esercitavano la fantasia e la memoria stimolate dai giochi di luce ed ombre create dalla fiamma”. Parole semplici, bellissime che esprimono con efficacia quel mondo antico oggi in parte perduto che sopravvive grazie alle testimonianze raccolte qui e in altre parti della Val di Vara.
La presenza di ben due edifici religiosi, la chiesa parrocchiale di S.Michele Arcangelo risalente al XVI secolo edificata su una preesistente costruzione in stile romanico e la chiesa di.S.Maria della Foce ci ricorda, unitamente all’oratorio di S.Rocco nel piccolo borgo della Via, l’esistenza di una importante viabilità medioevale che dal porto canale di Levanto risaliva il monte Bardellone discendendo poi in Val di Vara originariamente lungo la dorsale dei monti e successivamente seguendo anche il percorso di fondovalle del quale rimangono interessanti testimonianze dell’antico selciato.
E così, accanto al marmo rosso un tempo estratto a poca distanza, alla caverna ossifera risalente al Cretaceo esplorata dal professor Paolo Savi dell’Università di Pisa nel giugno 1825 chiamata in dialetto Resciadora, culla dell’orso speleo vissuto davvero in un tempo molto lontano e al castellaro ligure ancora tutto da indagare, Cassana offre al visitatore anche la sua storia più recente. Qui, dove viveva secondo la leggenda popolare la Maimona, una donna di enormi e sgraziate forme che incuteva timore ai bambini, sono passati mercanti e pellegrini diretti dall’approdo di Levanto a Pontremoli lungo un percorso secolare che merita di essere ricordato, l’antica Via de Pontremolo, che collegava la costa alla Francigena. Percorrendo il lungo carruggio di Corneto, nascosto alla vista dalla chiesa di S.Maria della Foce, si respira un’aria particolare, intensa che ci riporta indietro, fino al Medioevo. E’ tempo di riprendere però il cammino con l’amarezza delle cose perdute ma con la piena consapevolezza che il percorso davanti a noi sarà ancora lungo e faticoso ma straordinario come la storia di Cassana e dei suoi piccoli borghi. Importante è essere consapevoli del proprio passato e al tempo stesso custodi vigili del presente nel ricordo delle belle fole du fuguà da trasmettere ai bimbi dell’oggi e uomini di domani.

Nella foto edificio rurale lungo la valle del torrente Cassana ancora in buono stato di conservazione.

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