PORCIORASCO E LA STORIA DIMENTICATA DEI DE PAOLI, DALLA CORSICA ALLA VAL DI VARA
Porciorasco sta vivendo, ne siamo profondamente coscienti, una fase di trasformazione dopo decenni di abbandono. La nuova proprietà scozzese del palazzo De Paoli – Gotelli e di gran parte, ma non di tutto, il borgo sta finalmente ponendo mano a un recupero divenuto nei decenni indispensabile. Il nostro auspicio è che le vestigia del passato trovino udienza presso i nuovi inquilini e che la memoria storica non vada perduta. E’ solo un auspicio, senza polemica. Dopotutto Porciorasco ha vissuto un lungo periodo di abbandono che avrebbe potuto favorire già in passato il rilancio di questo borgo pieno di fascino e di storia, attualmente abitato stabilmente da una persona, Elisabetta Megazzini, pittrice, unica depositaria di questo piccolo mondo antico dove le pietre parlano da sole.
Purtroppo una parte bellissima e nascosta della storia di questo luogo per tanti aspetti unico e particolare rischia di andare perduta ed è perciò che ve la racconteremo, grazie alla ricerca condotta anni orsono da parte di Marco Vassalli della associazione culturale “Diaspro Rosso” di Maissana. Marco è andato a cercare fra le pieghe dei documenti più che fra le testimonianze di chi non c’è più e non può raccontare. Scopriremo così un aspetto di Porciorasco, terra della resistenza corsa ai Genovesi prima e ai Francesi poi, un posto dove Corsica e Val di Vara sono state per alcuni secoli fortemente vicine e accomunate dalla storia della famiglia Paoli o se vogliamo meglio De Paoli.
Tutto nasce con la dominazione della Repubblica di Genova sull’isola fatta di continue repressioni verso una popolazione che ha avuto da sempre una forte vocazione autonomista. Il giudizio politico non spetta a noi ma il racconto di fatti che hanno segnato la vita di Porciorasco, quelli sì, vanno raccontati a futura memoria.
E se la presenza dell’“asco” denota la persistenza di un toponimo ligure antico ancora fortemente radicato in Val di Vara, va ricordato che Porciorasco viene citato per la prima volta in un atto del 1183. Proprietaria ne risulta la nobile famiglia dei Pinelli, imparentati con i Fieschi, ma divisi da questi da profonda rivalità che nell’area di Varese Ligure porterà a frequenti scontri. Con l’andare dei secoli, anche in virtù della nascita e della crescita di Varese Ligure, la valle dello Stora, il torrente che scorre nell’ampia conca di Porciorasco, perde la sua iniziale valenza strategica e le vie di comunicazione si spostano su assi divenuti prioritari, come nel caso del Passo di Cento Croci.
Ai Pinelli si sono venuti man mano sostituendo i Fieschi che diventano i nuovi padroni di buona parte della Val di Vara ma che perderanno ogni potere con la fallita congiura del 1547 contro Andrea Doria, che rappresenterà la loro fine con la confisca di tutti i beni e la distruzione di numerosi castelli.
Da quel che sappiamo il passaggio dai Pinelli ai Paoli avviene in modo incruento ma progressivo e senza clamore alcuno. Non è un caso che il cognome dei Paoli non compare in alcun modo nella relazione dell’abate Cesena del 1558: tutti presenti meno i corsi! Eppure a Porciorasco qualcuno era arrivato nel frattempo, senza clamore, passando inosservato ma ridisegnando l’impianto urbanistico del borgo che vedrà fra le abitazioni, d’ora in avanti, la presenza di ampi spazi comuni.
Per capire cosa sta accadendo in alta Val di Vara, nella valle del torrente Stora, a partire dalla seconda metà del 1500, è necessario comprendere le vicende politiche che scuotono da tempo la Corsica. Abitata a lungo da popolazioni di etnia ligure, che ha permeato il carattere indomito della gente dell’isola, vede le numerose spedizioni dei Romani per assicurarne la definitiva pacificazione. Dopo un momento di relativa prosperità sotto la Repubblica marinara di Pisa che sarà poi sconfitta dai Genovesi, questi ultimi ne assumono il definitivo controllo nel 1347. Inizia così un lungo periodo di schiavitù per i Corsi contraddistinto da gravi episodi di sangue a motivo della repressione continua della Serenissima. Il generale Sampiero, che si era avvalso dell’aiuto francese per liberare l’isola restituita però dalla Francia a Genova, cerca aiuto ad altri stati della penisola ed in particolare al duca di Parma che ha promesso di aiutare i Corsi. Fra gli emissari che devono trattare con il duca troviamo Candido Paoli che, sbarcato in gran silenzio a Sestri Levante, utilizza per arrivare nei territori parmensi la valle dello Stora risalendo facilmente l’Appennino al passo della Cappelletta. Quel tracciato è in disuso da secoli ed è considerato sicuro in quanto lontano da Varese Ligure dove passa la viabilità principale verso la Val Padana. Sta di fatto, all’andata e al ritorno di quel delicato viaggio, Candido sceglie Porciorasco perché vicino ai confini sia del ducato di Parma che dei possedimenti malaspiniani ostili a Genova, ma non si ferma nel borgo: è evidente che abbia avuto un ruolo esplorativo per l’individuazione di un luogo ideale dove muoversi nel cuore stesso della Repubblica. I Paoli hanno goduto sicuramente di coperture e complicità in Val di Vara dove la Repubblica genovese era vista in alcuni strati della popolazione locale con ostilità e diffidenza.
Leggendo l’archivio di famiglia emerge che il primo Paoli di Porciorasco fu Giacinto, giunto nel borgo nel 1560 dal quale derivano gli attuali Paoli o meglio De Paoli. Il cognome Paoli deriverebbe dal nome proprio Paolo dal capostipite. Il “De” non è altro che l’indicazione della famiglia di origine che sarebbe arrivata in Corsica da Pisa.
Giacinto fa costruire sui resti dell’edificio dei Pinelli un nuovo palazzo ampliando l’area abitativa. L’attuale forma a L risale al 1703 anno in cui l’edificio viene ulteriormente ingrandito ma l’ultimo intervento è del 1792 poco tempo dopo che in Corsica Pasquale De Paoli viene eletto primo presidente della neonata Repubblica corsa destinata a durare ben poco tempo con il ritorno dei Francesi. Il generale muore in Inghilterra nel 1807 e con lui finisce il sogno dell’indipendenza dell’isola.
Ma cosa stava succedendo prima e dopo quei fatti nella lontana e quieta Porciorasco? Il palazzo De Paoli era divenuto da tempo, dietro l’apparenza di una grande fattoria, il centro di raccolta e di finanziamento economico della resistenza corsa: la vendita dei prodotti serviva anche a sostenere la lotta armata in Corsica. Era una sorta di grande masseria autosufficiente che arriva nel XVIII secolo ad avere un centinaio di residenti: nelle soffitte erano stati realizzati numerosi laboratori di falegnameria e oreficeria spaziando dall’artigianato al commercio con una importante attività agricola operante in un ampio comprensorio. Qui si realizzavano anche abiti e da Porciorasco dipendevano ben quattordici strutture satelliti affidate ad altrettante famiglie stabilite anche nel vicino territorio di Sesta Godano. Il cognome Corso ancor oggi presente in Alta Val di Vara, secondo alcuni studiosi starebbe a significare il soprannome dato a rifugiati della Corsica. Questa complessa attività proseguì anche durante il dominio francese ma si andò progressivamente affievolendo nel tempo. I De Paoli non disdegnarono neppure le attività di falegnameria destinate a forniture locali come nel caso del coro e dei confessionali della chiesa di S.Michele Arcangelo ancor oggi visibile a Porciorasco. Dagli eredi di Giacinto De Paoli derivano i due rami di Comuneglia e Valletti, sempre in Comune di Varese Ligure, legati in ogni caso a Porciorasco con il controllo dell’accesso alla valle dalla riviera. I rapporti con i Genovesi furono improntati a lungo a diffidenza e aperta ribellione di cui è testimonianza la morte, avvenuta nel 1650, di due giovani De Paoli, Guglielmo e Battista, impiccati sulla pubblica piazza a Varese Ligure. Altri componenti della famiglia furono rispediti in Corsica, secondo quanto testimoniano gli archivi consultati. Nel tempo la famiglia, ormai fortemente radicata nella vita economica dell’Alta Val di Vara, e divenuta progressivamente molto influente, inizia ad assumere peso crescente con numerose personalità inserite nel mondo civile ed ecclesiastico. La Repubblica di Genova inizia a vedere nei De Paoli, ormai integrati nel tessuto sociale ed economico, una risorsa importante.
C’è un aspetto interessante, utile per comprendere meglio i rapporti con la Corsica, ed è il radicato culto mariano. Quella di Porciorasco è l’unica chiesa con il culto della Madonna delle Grazie conosciuta come Madonna della Lavasina, dalla località corsa situata a pochi chilometri da Bastia in Comune di Brando. La famiglia De Paoli commissionò nel 1698 una statua in legno riproducente l’immagine che compare nel quadro votivo conservato in Corsica allo scultore genovese Anton Maria Maragliano: l’opera dal 1988 è conservata presso il Museo Diocesano della Spezia dopo il trasferimento da Porciorasco e conferma i solidi legami fra la famiglia e l’isola.
Altra curiosità. La chiesa è stata costruita ex novo fra il 1804 e il 1807 a causa della inagibilità del vecchio edificio del quale sopravvive il campanile, e poggia sulle strutture portanti del castrum dei Pinelli, le due torri tardomedioevali. L’organo è della prima metà del Settecento.
Porciorasco fu, come abbiamo visto, terra ribelle. Dopo aver servito la lotta armata in Corsica, ebbe un ruolo importante durante la Resistenza ai nazifascisti. L’ultimo discendente diretto della casata è stato l’avvocato Simone De Paoli morto nel 1936 che non lasciò eredi. Aveva come cugini i Gotelli fra i quali Angela, parlamentare e una fra i padri costituenti della nostra Repubblica. Angela vi fa stabilire il Comando della IV Zona partigiana con un importante ruolo di coordinamento e a Porciorasco rimarrà sempre legata fino alla fine dei suoi giorni che rappresentano anche l’inizio del declino.
Oggi il borgo che fu dei De Paoli prima e dei Gotelli poi aspetta di tornare a nuova vita grazie ad un imprenditore scozzese. L’augurio è che la storia di Porciorasco non vada perduta ma conservata nella memoria di coloro che verranno, terra ribelle con un pezzo di Corsica nel cuore e la benedizione della Madonna della Lavasina.
Nella foto Palazzo De Paoli - Gotelli