CEPARANA: DA SAN VENANZIO AI NOBILI GIUSTINIANI RIPERCORRENDO LA STRADA DELLA BOACEAS ROMANA

 CEPARANA. DA SAN VENANZIO AI GIUSTINIANI RIPERCORRENDO LA STRADA DELLA BOACEAS ROMANA

Oggi Ceparana ci appare come un moderno agglomerato, sviluppatosi notevolmente nello spazio di pochi decenni sotto il profilo urbanistico e demografico. Le testimonianze del nobilissimo passato in un contesto come l’attuale sono difficilmente “leggibili” ma pur tuttavia meritano di essere raccontate a futura memoria. Questa è terra di confine alla confluenza della Vara nella Magra dove in modo irrazionale si passa tranquillamente da Liguria a Toscana per tornare in Liguria prima di approssimarsi ad Albiano Magra nuovamente in terra toscana. Eppure questa è e resta la Lunigiana storica, la terra che ci accomuna e lega ben al di là di anacronistici confini amministrativi.
Rileggendo gli scritti di Ubaldo Formentini e la sua “Guida storica etnografica artistica della Val di Vara” nella quale il percorso alla scoperta della valle parte singolarmente da Ceparana, situata alla confluenza della Vara nella Magra, per risalire poi fino a Varese Ligure, troviamo gli elementi che uniscono più che dividere questo territorio. Racconta infatti Formentini “… Un cronista varesino del Cinquecento … presenta l’intera valle della Vara come un’immensa foresta ove, in brevi radure bonificate con la tecnica ligure del debbio, i gruppi umani vissero in solitudine quasi ferina, mietuti dalle carestie e dalle pestilenze ricorrenti a brevi intervalli, assaliti da branchi di lupi famelici, sempre in lotta, con l’ascia o col fuoco, contro la giungla perpetuamente invadente e minacciosa. Tali condizioni umane corrispondono a tipi di stanziamenti liguri preistorici e protostorici sopravvissuti nell’ordinamento pagense dell’Età di Augusto e riflessi poi nelle formazioni demo-territoriali delle pievi… “.
Sempre Ubaldo Formentini individua fra i centri medioevali sorti nel territorio della Val di Vara quelli che sono venuti assumendo maggior rilievo e cioè Brugnato e Varese Ligure, ai quali lo studioso aggiunge Ceparana, il moderno agglomerato di cui abbiamo parlato all’inizio del nostro racconto. Riportiamo ancora un suo passo che così la definisce “…. Un borgo santuario di origine romano – bizantina, unito ad un piccolo antico forum sopravvissuto nell’Alto Medio Evo come un mercato regio, una corte e un castello vescovile…”. Formentini è fra coloro che ritengono Ceparana come la derivazione naturale dell’antico insediamento romano di Boaceas che rappresentava la prima stazione di sosta partendo da Luni in direzione nord. Non è casuale che qui venisse costruita nel sesto secolo dopo Cristo l’abbazia di S.Venanzio in un punto considerato strategico in direzione della Val Padana e del Genovesato. Il primo nucleo di Ceparana nasce proprio in questo contesto, citato in un diploma imperiale di Ottone I di Sassonia risalente al 963 dal quale si evince che il territorio alla confluenza di Vara e Magra era sotto il controllo dei Vescovi di Luni. Venanzio fu anch’egli vescovo lunense e al tempo stesso un grande mediatore al quale furono affidate dal Papato alcune delicate missioni. Dell’antico insediamento romano rimane testimonianza grazie ad alcune lapidi conservate nel Museo Archeologico della Spezia mentre l’abbazia, risalente al VI secolo dopo Cristo, fondata con ogni probabilità dallo stesso vescovo Venanzio, è rimasta incorporata nelle mura del castello – palazzo costruito a sua volta fra il X e XI secolo sopra i resti della costruzione originaria e solo successivamente acquistato dai Giustiniani.
Durante il Medioevo Ceparana vive una lunga stagione sotto i Malaspina insieme a Bolano: è il 1281 e questo anno segna l’inizio di un periodo di vessazioni e soprusi che la popolazione del comprensorio sarà costretta a subire per quasi tre secoli. Nel 1526 monta l’ennesima cruenta rivolta con la cacciata dei Malaspina: il territorio passa così sotto la Repubblica di Genova per restarvi fino all’arrivo dei napoleonici. Il resto è storia recente, dal regno sabaudo all’unità d’ Italia. Nel 1717 la nobile famiglia genovese dei Giustiniani acquista quel che resta del castello trasformandolo in residenza e nell’Ottocento fa edificare in aderenza al palazzo una cappella gentilizia dedicata alla SS.Annunziata. Dopo i lavori di restauro dei primi anni del Novecento dell’edificio originario rimane oggi la torre campanaria a quattro bifore inglobata nel palazzo così come la vediamo oggi. Un singolare episodio la riguarda e ci riporta al periodo napoleonico. I soldati francesi, saliti sul campanile, staccarono con cura la grande campana che fu trasportata a Marsiglia senza purtroppo far più ritorno a Ceparana. Di scippi la nostra storia locale è piena ma quello della campana è davvero singolare!
Ma chi erano i Giustiniani? Famiglia genovese molto influente nella Serenissima Repubblica aveva ottenuto la signoria dell’isola greca di Chio. E’ presente, oltre che a Ceparana, in altri territori fra i quali è bene ricordare Bassano Romano, in provincia di Viterbo, dove nel 1595 i Giustiniani danno vita a un loro principato che lascerà traccia in quella comunità nella quale non casualmente ogni anno viene rievocato un seicentesco mercatino in costume.
Altro aspetto curioso riguarda i difficili rapporti fra la famiglia e la comunità di Ceparana. Numerosi documenti raccontano di continue controversie per l’utilizzo, ad esempio, delle acque dei torrenti del comprensorio per il funzionamento di frantoi e mulini. I Giustiniani erano davvero intraprendenti come dimostrano le numerose attività economiche avviate non solo nel settore agricolo ma questa situazione aveva fin dall’inizio creato enormi difficoltà di rapporto con i ceparanesi e non poche invidie. Il 1800 è l’anno della pacificazione grazie al matrimonio della giovane Silvia Giustiniani con Luigi Grossi, rampollo di una importante famiglia di Sarzana. Negli anni seguenti gli interessi si rivolgono anche al di là della Vara: nel 1832 il marchese Pietro Giustiniani sposa la contessa Teresa Picedi la quale porta in dote la grande residenza ancor oggi visibile a Vezzano Basso, che si erge possente sulla valle.
Oggi il palazzo Giustiniani di Ceparana, che si erge possente in mezzo a moderni condomini a testimoniare la propria storia millenaria, è di proprietà privata. Il piano terra è occupato da un accogliente bar e attiguo a questo trova posto un piccolo ristorante di qualità. Dalla strada è ben visibile, attraverso un cancello chiuso, la grande scalinata che conduce all’ingresso di Palazzo Giustiniani purtroppo disadorna e anonima. Un auspicio desideriamo esprimerlo prima di lasciare Ceparana alla scoperta di altri piccoli tesori della Val di Vara, fuori da polemiche e inopportune intromissioni: ricordatevi per un momento che da Ceparana è passata davvero la storia ed è nata una prosperosa e attiva comunità grazie a San Venanzio prima e alla famiglia Giustiniani poi. Come dire: mai dimenticare il passato per comprendere meglio il presente e guardare al futuro. Buona lettura a tutti!

NB. NELLA FOTO IL PALAZZO GIUSTINIANI A CEPARANA 




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