VARESE LIGURE: STORIA DI UNA MONTAGNA CHE RESISTE, FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE

 VARESE LIGURE: STORIA DI UNA MONTAGNA CHE RESISTE, FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE.

Quella di Varese Ligure è una storia che viene da lontano, affondando le radici in epoca bizantina e ancor prima nel popolamento ligure d’altura che Ubaldo Formentini riconduceva alla tribù dei Tigullii, cugini dei più conosciuti Apuani. Il successivo e progressivo affermarsi del cristianesimo vede la presenza di una antica pieve alla confluenza fra il torrente Crovana e il fiume Vara, nota come “plebs de Varia”, documentata fin dal 1031, che prelude alla successiva nascita del borgo.
L’undicesimo secolo è caratterizzato dalla espansione anche nell’entroterra della Val di Vara dei Conti di Lavagna che alla fine del XII secolo vedranno fronteggiarsi due delle famiglie che ne avevano ereditato il blasone: Fieschi e Pinelli. Queste occupano il territorio varesino, costruendo lungo le vie di accesso alla valle fortificazioni e torri ma stimolando al tempo stesso lo sviluppo di agricoltura e allevamento. Arriva purtroppo il tempo dei litigi fra casate per il controllo del territorio, con morti ammazzati e con il prevalere alla fine dei Fieschi che fino al 1386 saranno i padroni indiscussi del territorio e tali resteranno anche successivamente, con una breve parentesi della Repubblica di Genova. Nel 1472 Varese passa ai Landi, feudatari delle alte valli del Ceno e del Taro. Manfredo Landi, signore di Compiano, sposa Antonia Maria Fieschi. Sarà ancora un Fieschi, Gian Luigi “Il Vecchio”, a far tornare il borgo sotto il controllo fliscano che durerà ininterrottamente fino al 1547, anno della sfortunata congiura contro Andrea Doria che decreterà la fine della potente famiglia. Varese da quel momento seguirà le sorti della Repubblica di Genova diventandone una importante podesteria.
Il grande castello al centro del paese nasce durante la signoria dei Fieschi agli inizi del XV secolo mentre fra il XIV° e il XV° si andava sviluppando il bellissimo Borgo Rotondo, così chiamato per la sua forma ellittica, conosciuto anche come borgo vecchio. Numerosi porticati e passaggi interni consentivano la libera circolazione dentro la cittadella fortificata sotto il vigile controllo di due grandi porte di accesso delle quali sopravvive ai giorni nostri unicamente quella a sud. I lavori durarono a lungo, portati avanti con la cura e la perizia che si avvertono ancor oggi girando fra le case e il dedalo di carruggi piccoli e grandi che si affacciano sulla piazza chiamata non a caso Fieschi, che fa da contraltare per bellezza e sobrietà con l’altra dedicata al Castello. I signori erano soliti non sprecare nulla, parsimoniosi e con grande senso pratico: il loro castello sul monte Tanano, edificato nel XII secolo in posizione strategica sul crinale che divide le valli dei torrenti Stora e Crovana, è fatto demolire nel 1492 su ordine degli stessi Fieschi per evitare l’eventuale futura occupazione da parte di forze nemiche. Qualcuno insinua invece che furono soprattutto problemi di ordine economico a determinare questa scelta drastica a causa degli elevati costi di gestione del maniero: non è un caso che buona parte del materiale da costruzione del manufatto fu trasportato a Varese a quel tempo in fase di progressiva espansione al di fuori dell’originario nucleo medioevale chiuso.
Perchè creare in quel punto, all’incontro delle valli che portano nel Genovesato e nell’antico ducato di Parma, un borgo murato? Le ragioni oltre che politiche furono prettamente economiche a causa dello spostamento della viabilità transappenninica dalla vicina valle del torrente Stora alla strada delle Cento Croci. I Fieschi capirono da subito la necessità di trasferire il baricentro economico in un punto strategico che i Bizantini secoli prima avevano a giusta ragione privilegiato. Il castello divenne più tardi sotto la Repubblica di Genova sede del Podestà con annessa prigione, espressione del potere della Serenissima che si era esteso nel frattempo a buona parte della Val di Vara. Oggetto di una donazione al Comune nel 2016 da parte degli ultimi proprietari, il grande edificio abbisogna da tempo di urgenti interventi di restauro per l’auspicata fruizione del bene da parte dei tanti turisti che arrivano fin quassù. Varese Ligure, anche se comunemente identificato con il Borgo Rotondo e il castello Fieschi, offre al visitatore molte suggestioni a partire dal lungo carruggio, con botteghe artigiane e negozi, che risale la parte post medioevale del paese fino ad immettersi sulla statale per il passo delle Cento Croci.
Di fronte al castello, attraversata la piazza, è visibile l’imponente e austera chiesa di S.Teresa d’ Avila e S.Filippo Neri, facente parte del complesso conventuale delle suore Agostiniane, elevato a monastero di clausura nel 1652 e purtroppo chiuso da anni. Le suore erano note per aver inventato un particolare dolce noto come sciuetta la cui ricetta è rimasta segreta anche dopo il loro trasferimento in Umbria. Pur essendo inserita nell’Atlante regionale dei prodotti tradizionali liguri la sciuetta, così chiamata in dialetto varesino perché a forma di fiore e realizzata con pasta di mandorle, è introvabile. Il mistero è ben presto svelato: le suore se ne sono andate da tempo portando probabilmente con loro la ricetta mantenuta segreta e che solo in parte è stato possibile ricostruire. In cuor loro i bravissimi artigiani locali dei dolci tradizionali varesini, un’altra particolarità insieme ai croxetti, una pasta ottenuta grazie all’utilizzo di un particolare stampo realizzato per decenni da un appassionato artigiano del luogo, non hanno perso la speranza di ritrovare la ricetta delle sciuette delle monache. Per ora si accontentano, insieme allo storico ristorante – albergo “Amici”, antica stazione di sosta di viandanti e mercanti prima di iniziare la salita che porta al passo delle Cento Croci, di sfornare per i palati fini dei clienti altri dolci quali il buccellato, la torta di fecola, la roetta così chiamata perché a forma di piccola ruota e i prelibati gobeletti farciti con vari tipi di confetture che meritano da soli un viaggio fino a Varese.
Uscendo dall’abitato in direzione dei passi del Biscia e del Bocco, oltre il torrente Crovana, si incontra l’antico quartiere di Grecino o Grexino realizzato a partire dal 1515, con l’omonimo ponte ad una arcata. Da qui prima su strada asfaltata e poi su sterrato si arriva in circa tre ore di buon cammino sull’Alta Via dei Monti Liguri da dove è possibile scendere a Pelosa, in Val Taro, piccola enclave ligure in territorio emiliano, che fa parte del Comune di Varese Ligure, il primo per estensione della provincia spezzina.
In prossimità del municipio, poco fuori del centro storico, segnaliamo la chiesa parrocchiale di S.Giovanni Battista risalente alla metà del XVII secolo, come la precedente dei santi Teresa e Filippo, con interessanti opere di scuola genovese e un coro barocco in legno di noce. Accanto l’oratorio dei Santi Antonio e Rocco, visitabile solo su richiesta al priore , è sede della quattrocentesca Confraternita con i bellissimi crocifissi processionali vanto della comunità.
Varese Ligure e il suo territorio hanno visto in poco più di un secolo una significativa riduzione della popolazione residente che dagli ottomila abitanti dell’Ottocento arriva oggi a poco meno di duemila. Emerge con forza, qui più che altrove, il fenomeno dell’abbandono delle aree interne con l’impoverimento del tessuto socio – economico locale. Dobbiamo all’intuizione di Maurizio Caranza, a lungo sindaco di Varese Ligure, l’idea della “Valle del Biologico”, attualmente limitata ai sette Comuni della disciolta Comunità Montana Alta Val di Vara, con la recente nascita del Biodistretto che raggruppa oltre agli enti locali i produttori e allevatori biologici del territorio. Si sono andate nel corso degli anni sviluppando, accanto alle piccole attività di nicchia, realtà economiche molti importanti, dalle “BioBontà di Varese Ligure” per la produzione dello yogurt alla attivissima e dinamica Cooperativa delle carni - anch’esse biologiche - che hanno sede entrambe nella frazione di San Pietro Vara. La cooperativa casearia “Val di Vara” con la sua ricca produzione di formaggi e salumi biologici, situata in località Perassa a valle di Varese, è l’espressione concreta di questa piccola rivoluzione che arresta in qualche misura l’emorragia del calo demografico creando nuove opportunità di lavoro, pur con tutte le difficoltà e incognite del momento. Il rilancio della Casearia, come tutti chiamano familiarmente a Varese la cooperativa, è il risultato di una scommessa in parte realizzata che vede l’utilizzo di latte biologico locale per la produzione dei latticini, peraltro ad oggi non ancora in grado di soddisfare appieno la richiesta del mercato. E’ un cruccio che hanno sempre manifestato i responsabili della cooperativa e che il Biodistretto ha posto da tempo all’attenzione delle istituzioni. Lo sapeva bene anche Maurizio Caranza, figlio di questa terra, personaggio politico amato ma anche avversato, quando conversando sulla rivoluzione agro-alimentare di Varese Ligure all’insegna del bio sosteneva con orgoglio che il camioncino della Casearia per la raccolta del latte fra i piccoli allevatori dell’Alta Val di Vara un giorno non avrebbe superato il passo delle Cento Croci per scendere a Collecchio e rifornire come sempre la grande distribuzione. Quel sogno si è avverato con il camioncino che parte e arriva a Perassa, mettendo insieme tradizione e innovazione. Ma tanto, tantissimo rimane ancora da fare!
E’ indubitabile come l’allevamento in alta valle rappresenti motivo di orgoglio per la gente di questa terra, con una storia che arriva, come abbiamo visto, da lontano. L’auspicio è che la rivoluzione “verde” possa da qui ripartire dando dignità al mondo agricolo e alla sua gente che qui ha scelto di vivere, per amore del proprio lavoro e per il viscerale legame con le comuni radici che resistono alle intemperie, alla marginalità e aggiungiamo pure, alla precarietà e fragilità del tessuto stradale che non aiuta l’economia locale a crescere e il turismo a diventare davvero un motore di cambiamento.

Nella foto particolare del castello Fieschi a Varese Ligure






Tutti gli eventi