LE VILLE DELLA VALLE LAGORARA
Abbiamo dedicato due precedenti appuntamenti della rubrica “Scopri la Val di Vara” al sito archeologico di Valle Lagorara e alla Cappella delle Crocette in territorio di Maissana, con interessanti contributi da parte dei lettori di cui faremo tesoro in futuro e ai quali va il nostro ringraziamento per le osservazioni e i suggerimenti, bene accetti se ci saranno, anche su questo articolo.
Il nostro viaggio continua alla conoscenza dei piccoli borghi di questo comune disseminati in una sorta di vivace puzzle lungo l’ampia valle della Lagorara, quasi a disegnare un quadro fatto di colori che spaziano dal verde intenso dei boschi alle diverse tonalità dei piccoli nuclei abitati, che ci accompagnano risalendo la strada provinciale che si stacca dalla statale che dal mare sale al passo delle Centocroci passando per S.Pietro Vara e Varese Ligure.
Quello di Lagorara è un territorio antichissimo e non solo per la presenza di un sito archeologico di primaria importanza ma per tante evidenze che ci portano ad antichi popolamenti liguri di altura che meriterebbero, disponibilità economiche permettendo, ulteriori approfondimenti e studi.
Maissana insieme alla valle Lagorara costituì un importante feudo della famiglia Fieschi che qui costruì un castello distrutto nel 1276 e ricostruito parzialmente in epoca successiva. Non deve destare sorpresa se dalla zona di Lavagna e Sestri Levante arrivarono nel territorio di Maissana nuclei familiari fedeli ai Fieschi per occupare le terre e renderle produttive. La notizia ci arriva dallo storico varesino Cesena che nella sua “Relatione” parla di questo legame fra la famiglia fliscana e gruppi provenienti dal Tigullio, rapporto che rimarrà costante nei secoli successivi fra le comunità dell’Alta Val di Vara e quelle della costa. Tutto questo ci fa comprendere, secondo alcuni studiosi di storia locale, il perché della vasta presenza del cognome Lavagnino inteso come colui che viene da Lavagna, oltre ai Perazzo, Ghio e Marenco, famiglie originarie di aree in cui forte era l’influenza del potente casato dei Fieschi che andò man mano radicandosi nell’entroterra.
Il primo dei paesi che incontriamo è Cembrano o Sembrano come è indicato in alcuni antichi atti, sottoposto al controllo della antica pieve di Varese fin dal XII secolo, con il nucleo abitato posto attorno alla parrocchiale e oggetto di interessanti rifacimenti in epoca recente. In origine forti furono i legami con Varese Ligure del quale subì a lungo l’influenza.
Segue Ossegna, con testimonianze di un antico ospitale per pellegrini o monastero, a lungo sede vicariale di tutta la Lagorara. Al pari degli altri borghi della valle il toponimo della località è cambiato numerose volte nel corso dei secoli fino all’attuale Ossegna: si raggiunge in questo caso il record con ben otto diversi toponimi che si sono avvicendati nel tempo! Secondo la tradizione il nucleo originario doveva trovarsi in fondo alla Costa di Salterana mentre viceversa la prima documentazione scritta risale al 1034 quando viene citata quale cappella della antica pieve di Varia in territorio di Varese Ligure. Fino al 1489 Ossegna non ebbe una propria chiesa in quanto dipendente dalla vicina Campore ma certamente un monastero od ospitale che fosse, al quale abbiamo fatto cenno in precedenza, dotato di una cappella. La chiesa di San Michele nasce appunto nel 1489 e viene ampliata solo nel XVII secolo: al suo interno una bella statua marmorea raffigurante l’Arcangelo Michele, una tela d’altare e l’interessante organo con alcune parti settecentesche. La vita della chiesa è stata contrassegnata nei secoli da alcuni accadimenti sfortunati, dalla caduta del campanile nel 1795, poi riedificato, a causa di un fulmine a un incendio avvenuto nel 1635. Le sorprese e curiosità non si fermano qui! Sopra l’abitato di Ossegna, percorrendo una stretta strada che si inerpica coraggiosamente a zig zag fino ad un modesto rilievo, si arriva a un nucleo di case sparse chiamate Colli di Valletti che per la verità sono per una parte sotto Maissana e per l’altra con Varese Ligure. Un cartello riporta in modo chiaro l’indicazione Colli di Ossegna. Errore? Assolutamente no. Come sia nata questa doppia denominazione di un luogo così minuscolo, tale da indurre in errore perfino il visitatore, è presto detto chiamando in causa ai primi dell’Ottocento l’allora parroco di Ossegna il quale, rivolgendosi ai suoi superiori, arrivò a proporre che a dir messa nella cappella della Santissima Trinità, oggi di proprietà privata, fosse il parroco di Valletti visto che questo borgo era e resta tuttora più vicino e che la località era comunemente nota come Colli di Valletti. Non conosciamo la risposta delle autorità ecclesiastiche alla richiesta ma pensiamo che non sia stata risolutiva visto che la storia insegna che i confini comunali sono sacri e …. inviolabili! Come a Colli di Ossegna, appunto, visto che siamo in Comune di Maissana.
La prossima tappa ci riporta a valle a Campore, conosciuta anch’essa in passato con ben tre toponimi e documentata fin dal IX secolo in un atto di compravendita come Campora.
L’imponente chiesa parrocchiale di S. Lorenzo è conosciuta fin dal IX secolo d.C.: al suo interno alcune pale d’altare e un quadro databili fra il XVI e il XVIII secolo oltre a una statua in marmo di Nostra Signora del Suffragio che ci ricorda il legame antico con la parrocchia di Ossegna. Il paese è un dedalo di carruggi con alcuni scorci unici e i bellissimi lavatoi pubblici accanto alla chiesa.
Le sorprese non sono finite perché, avendo tempo a disposizione, si risale in macchina la montagna su una strada stretta e irta fino alla chiesetta di S.Bernardo, alle pendici del monte Verruga, edificata con ogni probabilità su un masso altare, antichissimo luogo di culto delle popolazioni liguri, il che ne giustifica la fondazione. Lo spettacolo da lassù ci ripaga ampiamente dello sforzo del viaggio e delle tante curve da superare lungo la salita! A poche centinaia di metri, seguendo a sinistra per breve tratto una carrareccia, possiamo ammirare nel bosco un interessante allineamento di pietre a forma ellittica con muri che richiamano nel loro insieme i castellari liguri di altura.
Il successivo appuntamento è a S.Maria di Maissana, le cui prime notizie risalgono al 1225. L’abitato si sviluppa lungo il percorso di crinale fra le valli dei torrenti Lagorara e Recuneso con la presenza di interessanti portali che ritroveremo in particolare a Disconesi.
La chiesa parrocchiale nel XVIII secolo è stata oggetto di un ampliamento assumendo la forma definitiva a tre navate: allo stesso periodo appartengono alcune statue lignee e una pala d’altare. Nella torre campanaria è presente il più grande concerto di campane della Val di Vara composto da cinque bronzi.
Dall’abitato di S.Maria, per chi voglia fare una passeggiata a piedi di circa mezzora nel bosco, si arriva prima su strada asfaltata e poi su carrareccia al sito archeologico di Lagorara del quale abbiamo parlato in un precedente articolo della nostra rubrica.
Maissana nell’impianto ricorda un borgo murato con la chiesa dedicata a S.Bartolomeo Apostolo, settecentesca nell’attuale struttura, ricca di affreschi, statue lignee e un crocefisso del 1500 sull’altar maggiore, posta alla sommità del centro abitato. Il paese a forma semicircolare si sviluppa attorno alla chiesa e all’edificio conosciuto ancor oggi come “La prigione dei Fieschi” datato al 1200, affacciandosi su una dorsale tra i torrenti Fosse Crose e Lagorara: i primi documenti ne attestano l’esistenza fin dal 1031. Oltre alla parrocchiale segnaliamo l’oratorio di S.Maria Maddalena di impianto cinquecentesco con un interessante affresco venuto alla luce durante lavori di restauro che hanno riportato all’antico splendore l’edificio. L’affresco è stato datato al XV secolo ed è un dipinto murale.
Non lontano dall’abitato, in valle Lagorara, troviamo i resti del villaggio rurale di Collare chiamato “Casoni della Pietra”, risalente nell’attuale impianto al XVII secolo ma con ogni probabilità molto più antico, utilizzato negli ultimi due secoli come alpeggio.
Disconesi, un tempo luogo di transito di una importante via del sale, si raggiunge con un po’ di spirito di avventura percorrendo una strada che risale fino al passo del Bocco di Bargone dal quale possiamo vedere in lontananza la Riviera ligure. Siamo al confine con la provincia di Genova e i cartelli presenti ce lo ricordano. Bellissima la vista sopra di noi del monte Porcile all’interno di un sito di interesse comunitario di grande valenza naturalistica con i resti di una fiorente attività estrattiva di manganese che ha riguardato a lungo Maissana e la valle di Né posta sull’altro versante della montagna.
Lungo la strada che conduce a Disconesi sorge in località Crocette il santuario di Nostra Signora di Montallegro a pianta ottagonale, del quale abbiamo parlato in un precedente articolo raccogliendo osservazioni interessanti da parte dei lettori di cui faremo tesoro.
Chiudiamo con il piccolo borgo di Colli, almeno questo immune da controversie di sorta, le cui prime notizie, al pari di Disconesi, risalgono al 1590 quando troviamo indicato il toponimo di Colle. Nelle carte redatte fra il ‘700 e l’Ottocento la località viene diversamente chiamata, da Costa a Colla ma ovviamente sappiamo che trattasi pur sempre di Colli, il paese composto da due nuclei abitati e al pari di Disconesi ancora ricco di interessanti portali in pietra.
Il nostro viaggio alla conoscenza di valle Lagorara termina qui con un prossimo appuntamento che ”Scopri la Val di Vara” dedicherà agli altri borghi del Comune di Maissana. Molte ancora le curiosità e gli approfondimenti della nostra rubrica che ci ha accompagnato in questi mesi e lo farà ancora per stimolare nei lettori la curiosità a visitare i luoghi e a conoscere da vicino tante piccole, grandi storie spesso dimenticate della nostra Val di Vara.
Nella foto particolare di un carruggio a Maissana