RIO, IL PAESE DEI PORTALI E DELLE CURIOSITA’…
Visitare Rio, piccolo borgo del Comune di Sesta Godano al quale dedichiamo questo appuntamento settimanale, vuol dire immergersi in un suggestivo mondo pieno di storia e di curiosità. Ve ne parleremo fra poco dopo aver fatto qualche cenno storico.
Addossato su un colle, alle pendici del monte Gottero che dall’abitato si può raggiungere per sentiero CAI in alcune ore di paziente cammino, Rio all’apparenza si presenta come un paese semplice nell’impianto con la chiesa di Santa Giustina a poca distanza, dal cui ampio sagrato si gode una bella vista della valle. Guardando attentamente non mancano però le curiosità che proviamo a descrivervi, lasciando il resto a una visita diretta che impegna molto più tempo.
Girando e immergendosi nel cuore del borgo fatto come altrove di piccoli carruggi e interessanti scorci si scopre un mondo davvero particolare, fatto di portali molto curati e in taluni casi lavorati con figure in prevalenza a carattere religioso.
Non andate a cercare l’antico castello, che faceva parte di un triangolo fortificato voluto dai Malaspina di Mulazzo e Villafranca Lunigiana che per qualche tempo furono padroni del territorio e che comprendeva anche Godano, Chiusola e Groppo: non lo troverete perché modificato nel tempo e trasformato dai Fieschi in un palazzo a più nuclei abitativi. L’imponenza, guardando attentamente, si avverte e dà l’idea di una costruzione davvero importante per l’epoca. Nel 1562 palazzo e borgo passano definitivamente alla Repubblica di Genova e da quel momento dei Malaspina non sentiremo più parlare. Rio segue le sorti degli altri borghi della Sesta entrando nell’orbita della Serenissima. Risale al 1637 il passaggio della sua Podesteria, insieme a Groppo e Godano, al Capitanato di Levanto che era nel frattempo subentrato a Brugnato: il potere politico si sposta in riviera e tale rimarrà fino al periodo napoleonico che dà l’avvio alla costituzione del comune di Godano, realizzatosi concretamente nel 1806 con l’aggregazione anche di Cornice, Groppo, Mangia e appunto Rio.
Dopo aver guardato con il naso all’insù il grande palazzo fliscano è arrivato il momento, dopo una piccola sosta alla bella e artistica fontana sulla via, di conoscere l’antico borgo e la gente che vi abita, qui come altrove, disponibile, erede di una comunità un tempo importante e ricca numericamente. All’inizio del 1800, dopo la nascita del Comune di Godano che solo successivamente assumerà l’attuale denominazione con lo spostamento del baricentro economico nella moderna Sesta, Rio contava ben 310 anime. Oggi, dopo migrazioni e invecchiamento del tessuto sociale che ha caratterizzato qui come altrove il periodo compreso fra Ottocento e Novecento, l’emorragia pare essersi arrestata e non mancano segnali incoraggianti di ripresa.
Dopotutto il paese di Rio ha da offrire molto al visitatore, a partire dai suoi portali lavorati e in taluni casi ben conservati dove i simboli religiosi sono preponderante con una ricca presenza di croci di diversa foggia, che richiamano un rapporto intenso con i valori cristiani.
Abbiamo lasciato per ultimo una curiosità che accompagna l’ospite durante la visita all’interno del piccolo borgo rappresentata da una serie di muri che paiono come “gravidi”. Qui, diversamente che altrove, la presenza di forni a pancia che si affacciano sulla pubblica via, dalle caratteristiche forme tondeggianti, rappresenta di per se una curiosità da non perdere assolutamente.
C’è ancora il tempo per dare ancora uno sguardo al grande palazzo che ricorda la tragica epopea della famiglia Fieschi e poi si riparte. Chissà, come avvenuto nel recente passato, che qualcuno non decida di ritornare e contribuire a recuperare questo piccolo, grande scrigno della Val di Vara nascosta! Ce lo auguriamo davvero.
Nella foto portale a Rio