CORNICE, IL PAESE DEI PICCOLI VIGNAIOLI
Secondo alcuni studiosi Cornice, piccolo borgo del Comune di Sesta Godano, avamposto sul fiume Vara del territorio della Sesta, sarebbe di origine bizantina, con una struttura fortificata contrapposta a quella di Bozzolo, di probabile fondazione longobarda. I due minuscoli centri, appollaiati su due colli che guardano la valle e si fronteggiano l’un l’altro, paiono far gara fra loro. Eppure la storia nel corso dei secoli, pur trovandosi oggi l’uno sotto Sesta Godano e l’altro con Brugnato, li ha visti accomunati. Infatti, se da un lato le strutture un tempo fortificate di Godano, Chiusola, Rio e Groppo rappresentarono per un certo periodo un caposaldo avanzato dei Malaspina in Val di Vara, Cornice insieme a Bergassana, Bozzolo e Cassana era ricompresa nell’orbita dei Vescovi di Brugnato con la presenza di propri castelli.
Durante la dominazione della Serenissima Repubblica che si andò rafforzando nel corso dei secoli, con il progressivo indebolimento della influenza in Val di Vara dei Malaspina, Cornice costituisce un consolato a sé, rispetto alla podesteria di Godano, con giurisdizione sulla vicina Mangia, dipendenti entrambe dal Capitanato di Levanto. E’ interessante sapere che nel Settecento in questo territorio si producevano vino, olio e castagne; la viticoltura ha qui tradizioni antiche ma di questo parleremo più avanti. Risale al 1806 l’aggregazione del borgo al Comune di Godano al quale solo successivamente subentrerà, diventando il capoluogo amministrativo, Sesta.
Per arrivare a Cornice è necessario lasciare la strada provinciale che porta a Sesta Godano dopo aver superato il bivio per Mangia. Al termine di un lungo rettilineo si stacca una lingua di asfalto che in ripida salita ci porta, dopo innumerevoli curve, in prossimità dell’abitato. Quella che ci aspetta è davvero una sorpresa: un lungo arco voltato ci ricorda che siamo nel regno della piccola viticoltura eroica della Val di Vara. A poca distanza l’una dall’altra troviamo le cantine di Ivano e Giorgia, i produttori che da anni combattono la personale battaglia contro l’abbandono per sostenere i loro ottimi vini biologici e naturali. Ivano De Nevi, dopo un lungo periodo lavorativo passato in banca, dagli anni ’90, con l’aiuto della moglie Carmen, stimata insegnante di francese nelle scuole della Val di Vara, ha realizzato il grande sogno di aprire una piccola azienda agricola vitivinicola in cui trovano posto anche la coltivazione delle olive e la cura del castagno. Tutto nasce dalla volontà di riprendere una tradizione che a Cornice ha, documenti alla mano, oltre trecento anni di vita. La difficoltà per Ivano e Giorgia, due generazioni di piccoli vignaioli, accomunati dalla passione di produrre vini bianchi e rossi di ottima qualità, è rappresentata dalla quotidiana lotta all’abbandono e agli ungulati. Una battaglia anzitutto di civiltà e amore verso la propria terra!
Risaliamo per breve tratto il paese, passando accanto al vecchio oratorio, per addentrarci fino ai limiti della grande cuspide che si affaccia sulla valle sottostante: il fiume Vara scorre sinuoso in fondo alla stretta gola fra le grandi anse dove domina incontrastata una natura quasi selvaggia. E’ questo uno scrigno di rara bellezza tutelato dalla Comunità Europea dove è facile vedere, soprattutto nei fine settimana, piccole imbarcazioni colorate che scendono fino a Brugnato sfidando la corrente. E’ il bellissimo mondo del rafting che richiama ogni anno tantissimi appassionati e rappresenta una delle peculiarità della Val di Vara. Eppure quella che potrebbe apparire a prima vista una scelta logica e conseguente rispetto alla migliorata sensibilità ambientale ha paradossalmente rischiato di scomparire. Non parliamo poi della valle del Biologico tanto cara al compianto Maurizio Caranza e delle produzioni agricole di qualità.
Torniamo indietro nel tempo al 2013 quando a motivo di una improvvida valutazione di merito nasce l’idea peregrina e pericolosa di costruire una grande discarica in località Mangina sul torrente Malacqua. Vi chiederete cosa c’entra questo bellissimo rio affluente della Vara che nasce alle spalle della conca di Levanto. Presto detto. Poco prima della confluenza nel fiume Vara del Malacqua che, poverino, si porta dietro questo nome che poco gli si addice, sulla sponda opposta a Cornice, distante pochi chilometri in linea d’aria, avrebbe dovuto nascere una grande discarica di “servizio” per chiudere, come si dice in gergo tecnico, il ciclo dei rifiuti. Per fortuna quella decisione ha avuto l’effetto di muovere per un momento le coscienze e ricompattare, al di là dei tanti campanili, le comunità della Val di Vara ad iniziare da quelle più direttamente interessate. Accanto al comitato sorto contro la costruzione della discarica si mobilitano i Comuni e tanti cittadini: il 21 giugno 2013 davanti alla Prefettura della Spezia anche i ragazzi a suon di canti e balli fanno sentire la loro voce.
Vi chiederete: cosa c’entra Cornice con questa vicenda che ci auguriamo non venga dimenticata troppo in fretta. E’ vero che il paese sta lassù, appollaiato su un dirupo come una vedetta vigile e silenziosa, apparentemente marginale rispetto a quanto avviene in Val di Vara. I piccoli viticoltori insieme a tanti produttori di questa terra un qualche merito l’hanno avuto in questa storia. Per capire l’impegno posto nella battaglia contro la discarica riportiamo un brano dell’articolo apparso sulla rivista “Altreconomia” a firma di Orsetta Bellani. “…Affacciandosi dal borgo di Cornice si gode di una bella vista sulla Val di Vara: il fiume scorre ai piedi del paese e le montagne di boschi gli cadono addosso. Gli abitanti della zona sono però preoccupati perché presto, di fronte a Cornice, potrebbe sorgere la discarica di servizio di Mangina. “La nostra azienda si sta convertendo al biologico; se aprissero una discarica così vicino, come potremmo mantenere la certificazione?”, si chiede il viticoltore Ivano De Nevi. La preoccupazione di Ivano e della moglie Carmen è condivisa da molti altri contadini della Val di Vara… “ .
In quello stesso periodo un distinto signore arriva a Cornice riservatamente, prende nota della situazione, attraversa il borgo fino alla grande rupe dalla quale si gode la vista del fiume Vara, guarda dall’altra parte della valle dove il Malacqua finisce la sua corsa, annota. Alla fine anche i piccoli viticoltori usciranno vincitori da una battaglia per nulla scontata, forti del loro impegno e dell’infinito lavoro per questa terra fragile e piena di storia.
Nella foto particolare del borgo di Cornice