PONZO': IL BORGO RITROVATO

 PONZO’: IL BORGO RITROVATO


Alla fine del lungo rettilineo che attraversa il nucleo moderno di Riccò del Golfo in direzione Genova un cartello stradale indica Ponzò. Per arrivarci la strada si inerpica per breve tratto: d’improvviso appare il paese con il bellissimo nucleo antico, citato già nel 1209. Il pregevole recupero di buona parte dell’edificato medioevale, caratterizzato da una struttura concentrica con volti e camminamenti coperti che risalivano un tempo fino al castello, fa di Ponzò un interessante esempio di borgo murato recuperato in modo pregevole.
Eppure in passato non fu così, se prestiamo credito al resoconto della visita compiuta nel 1932 dal giornalista –viandante Carlo Caselli che definisce Ponzò un borgo “… formato d’un gruppo di case in disordine, addossate le une alle altre per reggersi a vicenda e mantenersi in piedi sulla nuda roccia del colle alto m.331, ed in mezzo alle quali pare sia passato folleggiando un diavolo, dando spallate a destra e a manca. Così appare Ponzolo o Ponzò, un tempo borgo murato con rocca, che dominava la vallata, ed ora cadente per vecchiaia, col torrione mozzato, quasi deserto d’abitanti…”. Una fotografia impietosa che accomuna il paese a tanti altri descritti con dovizia dal Caselli durante il lungo peregrinare fra le province di Massa – Carrara, all’epoca Apuania, e La Spezia.
Oggi quel borgo, a lungo abbandonato, fatiscente e quasi disabitato, appare completamente trasformato, riconsegnato in tutta la sua bellezza al moderno viaggiatore.
Prima di iniziare la salita al colle e addentrarci nel dedalo dei carruggi della Ponzò medioevale soffermiamoci a guardare l’oratorio di Santa Caterina, di pregevole e semplice fattura, meritevole di un opportuno recupero conservativo. Tutt’attorno si respira la suggestione di un periodo che ci riporta indietro nel tempo e nella storia: molto resta da fare per portare a termine il recupero, soprattutto nella parte sommitale, dove un tempo la torre quadrata faceva bella mostra di sé, ma la scommessa, ne siamo certi, sarà vincente!
Nel mezzo del borgo la cappella castrense di San Bartolomeo mostra i caratteri evidenti della architettura romanica con la bellissima abside. L’edificio risale al XII- XIII secolo e fa parte della originaria struttura fortificata sede di una importante consorteria gentilizia che per oltre due secoli governò su un ampio territorio comprendente anche il borghetto stradale di Riccò. I signori di Ponzò furono inoltre presenti nel consorzio del castello di Carpena e alla fine del XII secolo li troviamo alleati di Genova anche se non mancarono tentativi volti ad affrancarsi dalla Repubblica. Ma per buona sorte Ponzò, finito nella podesteria di Corvara, non subirà la sorte di Carpena rasa al suolo dai Genovesi e cancellata per sempre perché quella punizione fosse di esempio per le comunità vicine.
Prima di ripartire consigliamo di salire a piedi fino alla chiesa parrocchiale di San Cristoforo situata a poca distanza dal borgo verso l’abitato di Bovecchio. L’edificio conserva elementi romanici di pregio e tale dovette apparire al Caselli durante la sua visita. Dipendente in origine della pieve di Santa Maria Assunta di Pignone, il complesso è arricchito dalla canonica e dall’oratorio di Santa Croce. Nell’angolo del sagrato è murata un’antica vasca battesimale in macigno appartenuta alla originaria chiesa, risalente probabilmente al XIII secolo conosciuta come cappella de Podencolo. L’interno è impreziosito dalla statua in legno di S.Cristoforo e da un polittico marmoreo quattrocentesco.
Qui termina la visita a Ponzò con l’impegno a tornare presto per raccontare gli altri piccoli borghi addossati alla montagna che fa da spartiacque alle Cinque Terre, alla scoperta del piccolo mondo antico sopravvissuto alla modernità.

Nella foto arco voltato con camminamento a Ponzò di Riccò del Golfo


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